Quando si lavora nel marketing e nel settore digitale, o si è possessori di un sito web bisogna fare particolare attenzione alla Bounce Rate, poiché ci fornisce un chiaro dato essenziale per migliorare le prestazioni di un sito web.
ATTENZIONE: il Bounce Rate è espresso in percentuale. Avere un bounce rate del vicino al 100% (quindi gli utenti entrano, leggono la pagina ed escono) non è sempre un fattore negativo. Immagina di essere un portale di news. Quanti sono gli utenti che, dopo aver letto la notizia, continuano a navigare tra i vari contenuti del sito?
La frequenza di rimbalzo è un parametro ben preciso che ci permette di capire come si comporta un qualsiasi utente all’interno di un sito web, quindi da questo parametro poter capire quali sono le statistiche e le prestazioni del sito stesso.
Incontriamo questo termine e questo dato anche in Google Analytics dove viene espresso in percentuale e ci va ad indicare se un utente entra per visualizzare un’unica pagina del sito web, uscendo subito dopo, o se entra per interagire con il sito stesso, ad esempio visionando altri contenuti o spostandosi su altre sessioni.
Non possiamo di certo sapere come l’utente approdato sul sito si muova dettagliatamente al suo interno, senza altri strumenti di supporto, ma possiamo capire se si è mosso in altre sessioni in base al livello di percentuale della frequenza di rimbalzo.
Più questo livello è alto e più gli utenti sono soliti abbandonare il sito web dopo aver visionato un singolo contenuto o senza visualizzarlo affatto, a tal proposito è importante anche considerare il tempo di permanenza per avere una panoramica più precisa.
Più la frequenza di rimbalzo scende e più gli utenti restano sul sito interagendo al suo interno.
Questo ci dà modo di capire se l’utente ritiene il sito interessante e stimolante.
Di fatti un Bounce Rate di basso livello indica contenuti interessanti, ben organizzati ed una grafica attrattiva per l’utente. Il livello giusto di frequenza di rimbalzo varia a seconda del tipo di sito web che abbiamo di fronte (blog, e-commerce ect).
Come si calcola il Bounce Rate?
Il calcolo del Bounce Rate è piuttosto semplice. Si prende il numero totale di visite di una sola pagina (ovvero, sessioni in cui l’utente ha lasciato il sito dalla pagina di ingresso senza interagire con la pagina) e lo si divide per il numero totale di visite al sito, quindi si moltiplica per 100 per ottenere una percentuale.
Ecco la formula:
Bounce Rate = (Numero totale di visite di una sola pagina / Numero totale di visite) × 100
Per esempio:
- Se hai un totale di 1000 visite al tuo sito e 500 di queste sono visite di una sola pagina, il Bounce Rate sarà: (500/1000)×100=50%
Questo significa che il 50% delle persone che hanno visitato il sito se ne sono andate dopo aver visto solo la pagina iniziale.
Un Bounce Rate alto può indicare che la pagina di destinazione non è rilevante o non soddisfa le aspettative degli utenti, oppure che la user experience non è ottimale. Tuttavia, un Bounce Rate alto non è sempre negativo; per esempio, se una pagina fornisce tutte le informazioni che l’utente sta cercando, potrebbe essere normale che l’utente lasci il sito dopo aver consultato solo quella pagina.
Bounce Rate e GA4, cosa cambia?
In Google Analytics 4 (GA4), il concetto di “Bounce Rate” è stato sostituito da una nuova metrica chiamata “Engaged Sessions”. GA4 si concentra maggiormente sull’engagement degli utenti piuttosto che sul semplice ingresso/uscita dalle pagine.
Engaged Sessions in GA4:
- Una sessione viene considerata “engaged” se soddisfa una delle seguenti condizioni: dura 10 secondi o più, ha un evento di conversione, o ha due o più visualizzazioni di pagine/screen.
- Questo approccio è pensato per fornire una misura più accurata dell’interazione degli utenti con il sito/app.
Invece, Universal Analytics (UA), la versione precedente di Google Analytics, utilizza il “Bounce Rate” come metrica chiave, che, come spiegato prima, misura la percentuale di tutte le sessioni sul tuo sito in cui gli utenti hanno visualizzato solo una pagina e hanno attivato solo una richiesta di sessione al server Analytics.
Differenze tra Bounce Rate di GA4 e UA
Ecco una tabella comparativa che mette in evidenza le principali differenze tra Google Analytics 4 (GA4) e Universal Analytics (UA):
Caratteristica | Google Analytics 4 (GA4) | Universal Analytics (UA) |
---|---|---|
Modello di Dati | Basato sugli eventi e flessibile. | Basato su sessioni e hit (pagine, eventi). |
Metriche Chiave | Engaged Sessions, eventi, parametri. | Bounce Rate, sessioni, pagine viste. |
Privacy | Maggiore enfasi sulla privacy, con più controlli per la gestione dei dati. | Meno opzioni per la personalizzazione della raccolta dati rispetto a GA4. |
Integrazione | Integrazione avanzata con altre piattaforme Google e Firebase. | Integrazione base con piattaforme Google. |
Personalizzazione | Ampie opzioni di personalizzazione dei rapporti e delle metriche. | Personalizzazione limitata dei rapporti. |
Machine Learning | Insights avanzati e previsioni basate su machine learning. | Insights basici e meno enfasi sul machine learning. |
Fine del Supporto | Continuerà ad essere sviluppato e supportato. | Cesserà di processare nuovi dati dal 1 luglio 2023. |