La SEO Black Hat o Black Hat SEO è quell’insieme di tecniche o pratiche non etiche e controproducenti nell’ottimizzazione dei motori di ricerca.
Queste strategie mirano a manipolare i risultati dei motori di ricerca al fine di ottenere un posizionamento migliore per un sito web, ma violano le linee guida stabiliti dai motori stessi.
Tali pratiche possono comprendere l’uso eccessivo di parole chiave, il ricorso a link di scarsa qualità o addirittura spam, la duplicazione di contenuti o il nascondere testi o link ai motori di ricerca.
Successivamente vedremo alcuni esempi pratici.
Anche se potrebbero sembrare attraenti a prima vista per ottenere risultati rapidi, le tattiche Black Hat alla lunga danneggiano la reputazione del sito web e possono portare a sanzioni da parte dei motori di ricerca, compromettendo così la visibilità e l’affidabilità a lungo termine.
Per questo motivo è molto importante evitarle e concentrarsi su strategie SEO etiche e sostenibili per costruire una presenza online duratura e di successo.
Saresti realmente disposto/a a rischiare i tuoi progetti o – ancora peggio – i progetti dei tuoi clienti per attuare queste strategie? È come condannare un sito al declino assicurato.
Cercare di illudere Google non porta mai a buoni risultati, almeno sul lungo termine. Ti sconsiglio vivamente di utilizzare queste strategie se stai creando un progetto web a lungo termine, basato su una strategia ben realizzata e strutturata. Mi raccomando, fai molta attenzione al brand 😉
Detto questo, possiamo pure partire con un po’ di Black Hat, vediamo cos’è e quali sono le strategie più utilizzate ancora oggi per ottenere risultati nel breve termine.
Quali sono le tecniche Black Hat più utilizzate in assoluto?
Parasite SEO
La Parasite SEO è una strategia SEO che prevede la pubblicazione di contenuti di alta qualità su siti web esterni che già godono di una elevata autorità e fiducia da parte di Google.
L’obiettivo è sfruttare il “peso” di questi siti per ottenere un posizionamento più alto nelle pagine dei risultati di ricerca (SERP).
Quando pubblichi un articolo su un sito con un elevato Domain Rating (DR), esso ha maggiori possibilità di essere ben posizionato nei risultati di ricerca.
Questo perché Google vede questi siti come autorevoli e affidabili.
Il tuo contenuto, quindi, eredita una parte di questa autorità (PageRank), permettendoti di raggiungere un pubblico più vasto senza dover investire tempo e risorse per costruire la tua propria autorità da zero.
Oltre al vantaggio in termini di ranking, la Parasite SEO è anche un ottimo modo per generare backlink di qualità verso il tuo sito o promuovere un programma di affiliazione.
È importante notare che, per avere successo con questa strategia, è essenziale pubblicare contenuti di alta qualità che siano pertinenti sia per il sito ospite sia per il pubblico a cui ti stai rivolgendo.
Altrimenti corri il rischio che il tuo articolo venga percepito come spam o contenuto di bassa qualità, annullando tutti i vantaggi che avrebbe potuto creare.
Link Building (fatta male)
La link building è una pratica SEO che mira ad aumentare il numero e la qualità dei backlink che puntano al tuo sito web. Ne ho parlato già abbondandemente all’interno del mio portale, ma non è mai abbastanza.
L’obiettivo della LB è quello di migliorare l’autorità del tuo sito web e, di conseguenza, il posizionamento nei risultati dei motori di ricerca.
I backlink sono fondamentalmente dei “voti di fiducia” o “recensioni positive” da parte di altri siti web.
Link “fantasma” all’interno del testo
Nascondere un link nel testo del sito o mostrare il link dello stesso colore dello sfondo è una tecnica Black Hat, quindi non etica e potenzialmente penalizzabile dai motori di ricerca.
L’obiettivo è ingannare sia gli utenti sia i motori di ricerca per migliorare il ranking, nascondendo di fatto un contenuto o link all’interno del testo e potrebbe assumere diverse forme:
- Testo dello stesso colore dello sfondo: se lo sfondo del tuo sito è bianco, potrebbero essere inseriti dei testi di colore bianco contenenti link nascosti. Gli utenti non potranno vederli, ma i motori di ricerca sì.
- Utilizzo di CSS per nascondere link: Alcuni webmaster usano le proprietà CSS per rendere il link invisibile o per posizionarlo fuori dello schermo, in modo che gli utenti non possano vederlo.
- Link in pixel o immagini minuscole: Un altro metodo consiste nel collegare un’immagine di un solo pixel o molto piccola, in modo che gli utenti non notino la presenza del link.
Sovraottimizzazione dei Rich Snippet
La sovraottimizzazione dei dati strutturati è una tecnica di “Black Hat SEO” poco utilizzata, ma potenzialmente è una delle più potenti – sempre da non utilizzare 😀
I dati strutturati sono informazioni formattate in un modo che i motori di ricerca possono facilmente leggere ed interpretare.
Essi sono utilizzati per fornire informazioni aggiuntive sui contenuti di una pagina web e possono apparire nei risultati di ricerca sotto forma di snippet avanzati, come stelline per le recensioni, prezzi, immagini e così via.
Se usati in modo corretto, sono un ottimo alleato per far comprendere meglio i contenuti del tuo sito a Google, ma non tutti li usano nel modo corretto.
Cosa fare per evitare una sovraottimizzazione dei Dati Strutturati?
- Inserimento di Informazioni Falsate o Ingannevoli: potrebbero essere inseritr recensioni fittizie con valutazioni a 5 stelle per migliorare la visibilità del prodotto o servizio.
- Utilizzo Eccessivo di Parole Chiave: Includere un eccessivo numero di parole chiave rilevanti all’interno dei dati strutturati per cercare di manipolare il ranking.
- Ripetizione Inutile di Dati: ripetere le stesse informazioni più e più volte nei dati strutturati in un tentativo di enfatizzare l’importanza di certi contenuti.
- Utilizzo di Categorie o Etichette Non Pertinenti: etichettare un articolo come appartenente a categorie multiple e non correlate solo per apparire in più ricerche.
Che differenza c’è tra Black Hat e White Hat SEO?
La differenza principale tra Black Hat e White Hat SEO riguarda l’approccio etico e la sostenibilità delle strategie adottate per ottimizzare un sito per i motori di ricerca.
Le tecniche di Black Hat SEO sono fondamentalmente considerate non etiche e mirano a “ingannare” i motori di ricerca per ottenere un posizionamento migliore nel breve termine.
Questo può includere tattiche che abbiamo visto in precedenza. Tali approcci sono rischiosi e possono portare a penalizzazioni severe, come la riduzione del ranking o addirittura la rimozione dall’indice di Google
Le tecniche di White Hat SEO, invece, seguono le linee guida dei motori di ricerca e puntano a fornire un valore autentico agli utenti.
L’approccio di White Hat è generalmente più sostenibile e offre benefici a lungo termine, senza il rischio di penalizzazioni.
Consiglio vivamente il secondo approccio, senza nessun dubbio.
E la Grey Hat SEO?
Il Grey Hat SEO rappresenta una sorta di “terra di mezzo” tra le tecniche di Black Hat e White Hat SEO.
In parole povere: utilizza metodi che sono tecnicamente consentiti dai motori di ricerca ma che si trovano in una zona grigia dal punto di vista etico o delle linee guida.
L’obiettivo è spesso quello di ottenere risultati più rapidi rispetto a quelli che si otterrebbero con il solo uso di tecniche di White Hat, ma senza incorrere nei gravi rischi di penalizzazione associati alle tecniche di Black Hat.
Quanto impiega Google a penalizzare queste tecniche Black Hat?
La tempistica con cui Google penalizza siti che utilizzano tecniche Black Hat SEO è variabile e imprevedibile.
Google opera con algoritmi attivi in modo continuo, mentre altri vengono rilasciati sporadicamente.
Il momento in cui un sito viene penalizzato dipende da vari fattori, come la gravità delle violazioni e l’entità delle pratiche Black Hat adottate.
Google, in alcuni casi, può applicare una penalizzazione quasi immediata, rimuovendo il sito dalle pagine dalle SERPs.
In altri casi, invece, questa penalizzazione potrebbe non diventare evidente fino a settimane o mesi dopo l’attuazione di tali pratiche.
Big G, e gli altri motori di ricerca, costantemente aggiorna i suoi algoritmi per individuare rapidamente le violazioni.
È essenziale evitare completamente le tecniche Black Hat e invece concentrarsi su strategie SEO etiche e sostenibili per costruire una presenza online a lungo termine.
Le penalizzazioni di Google possono avere gravi conseguenze, tra cui la perdita di traffico e visibilità. Pertanto, è saggio non correre rischi utilizzando tattiche non etiche.
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Buona SEO,
Michele
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