Hai aperto un sito o stai pensando di aprire uno? Bene, hai già pensato all’hosting e al dominio? Se non hai idea di cosa stiamo parlando questa è la guida che fa per te. Vedremo infatti cos’è un hosting, come sceglierlo, e cosa si intende per dominio. Soprattutto, capiremo che a differenza di quanto a volte si pensi, si tratta di due concetti distinti.
Qual è la differenza tra un hosting o un dominio?
La prima cosa da chiarire è di tipo concettuale, altrimenti rischi di perderti nella teoria. Facciamo quindi un esempio molto pratico. Hai deciso di aprire un sito.
Dovrai prima acquistare (o utilizzarne uno gratuito) il dominio, che sarà in sostanza il nome del tuo sito.
Non basta però, perché ti occorrerà anche l’hosting, cioè lo spazio in cui il sito sarà ospitato.
Senza di questo, il tuo dominio resterà senza sede.
Naturalmente il tipo di hosting e il tipo di dominio saranno scelti in base alle tue specifiche necessità, come vedremo a breve.
Volendo fare un paragone ancora più intuitivo, immagina di voler inviare una lettera a qualcuno. Ne scriverai l’indirizzo sulla busta (e questo è il dominio), ma poi il postino dovrà portarla fisicamente presso l’abitazione (che rappresenta l’hosting).
Tutto quello che è inserito poi dentro la casa, sarà il contenuto del tuo sito, di conseguenza, per poter mettere online il tuo sito, o blog che sia, ti occorreranno entrambi.
Di prassi si acquistano insieme, proprio per via del fatto che servono contemporaneamente per iniziare a condividere contenuti online, ma non si tratta di una regola.
Potresti cioè acquistarli separatamente. Ciò che conta, l’avrai capito, è che tu abbia tutti e due.
Ricorda solo una cosa: se sei un novizio del web forse la prima scelta può rivelarsi più comoda e veloce.
Se infatti acquisti un piano hosting che includa già il dominio, il servizio verrà inizializzato automaticamente.
Se invece decidi di effettuare per motivi pratici due acquisti diversi, allora sarai tu a doverli collegare tramite il re-indirizzamento dei record del dominio al server che lo ospita.
Cosa significa Hosting e cos’è un Hosting?
Passiamo al livello più specifico, e una volta viste a grandi linee le differenze tra hosting e dominio, concentriamoci sull’hosting, cioè sulla casa.
‘To host’ significa letteralmente ospitare, e quindi con questo termine stiamo parlando semplicemente di un servizio di affitto spazio.
Un server noleggerà quindi degli spazi nel web, nei quali potrà alloggiare i siti con i loro rispettivi domini (nel nostro esempio sarebbero gli indirizzi delle case in un quartiere).
Immagina l’hosting come il luogo virtuale in cui puoi posizionare, affinché siano visibili, tutti i contenuti del tuo sito, dalle immagini ai post ai video.
Naturalmente sceglierai l’hosting più adatto al progetto che hai in mente in quanto a tipo e grandezza.
Fondamentalmente l’hosting si distingue per alcuni parametri, che sono:
- il servizio offerto (se si tratta di hosting condiviso o dedicato ad esempio);
- l’OS (cioè il sistema operativo) che utilizza, e che potrebbe quindi essere Windows o Linux.
In base a questi e altri parametri, pagherai una quota minima o più alta.
Come dovresti decidere a quale hosting affidarti?
Puoi ad esempio concentrati su alcune caratteristiche come, solo a titolo informativo:
- lo spazio che hai a disposizione, scegliendo una dimensione più ampia se pensi di caricare contenuti multimediali pesanti;
- gli indirizzi email a disposizione, che possono essere un fattore decisivo se hai un e-commerce e vuoi impostare una casella per ogni servizio.
Cosa significa Dominio?
Chiarito il concetto di hosting, passiamo a quello di dominio.
Si tratta molto semplicemente del nome che dai al tuo sito.
Il dominio, se gratuito, sarà disponibile, ma avrà come estensione il nome di chi lo ospita. Ad esempio, se decidi di aprire un semplice blog su ‘Altervista’, il nome del tuo dominio gratuito sarà ‘nomedominio.altervista.org’.
Registrando invece il tuo dominio, avrai due vantaggi:
- in primo luogo nessun altro potrà usare il nome che hai scelto;
- in secondo luogo eliminerai il nome dell’host dal dominio, che rimarrà quindi solo ‘nomedominio.org‘.
Come dovresti scegliere il dominio? La risposta naturalmente varia a seconda di molti fattori.
È chiaro che la cosa migliore sarebbe scegliere lo stesso nome della tua azienda, o il tuo, in caso di servizi e beni.
Tuttavia questo potrebbe non essere possibile se qualcun altro ha già acquistato quel nome.
Se così fosse, il consiglio è quello di puntare su un nome semplice, breve e che resti in mente, oltre a rappresentare la tua mission.
In alternativa però, come approfondiremo subito, hai un’altra opportunità.
È vero che se il tuo nome dominio scelto fosse già preso non potresti registrarlo con una delle classiche estensioni come .it o .org.
Però potresti puntare sui domini di nuova generazione.
Rammenta sempre che il dominio (così come l’hosting) va pagato ogni anno (a meno che tu non usufruisca dei un servizio gratuito come WordPress), altrimenti perderesti sia il nome sia i contenuti.
Andando ancora più nello specifico, i domini si definiscono in base al livello.
Abbiamo innanzitutto i cosiddetti domini di ‘primo livello‘.
Questi a loro volta si suddividono in:
- nazionali: identificando quindi il paese in cui si trova il sito (.it, .fr, .eu);
- generici: i classici .com per i siti commerciali, .org per le attività senza scopo di lucro, .org riservato agli enti governatici e così via.
Per continuare il discorso e analizzare i restanti livelli di un dominio, è più utile introdurre adesso il concetto di TLD.
Cos’è una TLD?
TLD è un acronimo, e ciò vuol dire che le lettere che lo compongono sono le iniziali di ‘Top Level Domain’.
Parliamo proprio di domini di primo livello.
Da cosa li riconosci? Da quello che ti abbiamo detto prima: guarda l’ultima stringa del dominio, quella che è scritta prima del punto, e saprai qual è il livello. Può essere quindi il classico .it.
E per quanto riguarda il secondo e il terzo?
Torniamo ad un esempio pratico e intuitivo.
Se il nome del tuo dominio è ‘nome.altervista.org’:
- .org è il primo livello del dominio;
- .altervista è il secondo;
- nome è il terzo anche detto sottodominio.
Ma perché è tanto importante il TLD?
Innanzitutto perché definisce il tipo di sito che avrai.
Se scegli .com stai comunicando in sostanza che il tuo sito vende servizi o beni.
Tuttavia potresti anche non sapere subito quale ti convenga scegliere tra quelli generici e quelli nazionali.
Senza complicare troppo le cose, cerca di stabilire qual è l’intento del tuo business, cioè la tua mission.
Se punti su un TLD di tipo generico, allora stai specificando l’area di attività.
Con il .com dichiari al web e agli utenti che sul tuo sito troveranno contenuti in vendita.
Se scegli il .org sottolinei invece che non hai scopi di lucro, e quindi questo TLD potrà essere utile per un’associazione.
Se punti sul .net o sul .info allora significa che il tuo sito si occupa di notizie e altro.
Quando preferisci i TLD nazionali invece, vuoi focalizzare l’attenzione sulla sede e sulla persona, più che sul contenuto.
In genere quindi il .it viene scelto per il sito ufficiale di un personaggio noto ad esempio.
La stessa cosa avviene in Francia con il .fr o in Germania con il .de.
Naturalmente con il passare del tempo si sono aggiunti sempre più TLD, e quindi oggi potresti trovarti di fronte a ulteriori differenziazioni.
Si parla così di TLD generici, divisi a loro volta in:
- sponsorizzati (anche detti patrocinati);
- non sponsorizzati.
Se ti interessa il primo tipo, sappi che è necessario soddisfare alcune regole precise.
Nel concreto, se vuoi dare alla tua azienda l’estenzione .gov (e quindi un TLD generico ma di tipo sponsorizzato), dovrai soddisfare le linee guida di chi ti fornisce quel livello, cioè il governo.
Altri tipi di TLD generici sponsorizzati sono:
- .edu;
- .jobs (per i siti che pubblicano annunci di lavoro).
I TLD non sponsorizzati possono essere invece .info o .pro.
In particolare, dall’inizio del 2013 sono stati introdotti molti altri TLD di primo livello particolari e versatili, come ad esempio .shop o .business (che puoi trovare anche come .biz).
In sostanza giocando con il TLD generico, puoi personalizzare il tuo business partendo dal nome del sito.
Ricordi cosa dicevamo all’inizio nel caso in cui il nome che hai scelto non fosse disponibile con un TLD classico?
Questa è la risposta.
Facciamo l’ultio esempio concreto
Hai deciso di chiamare il tuo sito ‘mariorossi.com’ perché vendi servizi.
Se il nome è già preso, in quanto di facile diffusione, invece di cambiare il nome stesso pur di avere l’estensione .com, puoi giocare con i ‘dot’, cioè con i punti.
Potresti chiamarlo mariorossi.biz.
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